Impotenza appresa
A seguito di ripetuti insuccessi, ci si convince di non avere alcun potere sul proprio destino né responsabilità verso gli eventuali successi o insuccessi.
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I bias della confidenza sono una famiglia che raggruppa i bias autoprotettivi: per conservare la propria opinione positiva di sé, un individuo mette in atto una serie di comportamenti e strategie di pensiero. Alcuni di questi bias funzionano in senso avverso, ovvero spingono l’individuo ad avere un’opinione negativa di sé; tali bias sono rintracciabili nella letteratura clinica con riferimento a sindromi ansiose e depressive.
A seguito di ripetuti insuccessi, ci si convince di non avere alcun potere sul proprio destino né responsabilità verso gli eventuali successi o insuccessi.
I soggetti di una ricerca tendono a fornire risposte socialmente accettabili anziché rispondere in modo autentico.
Sovrastimiamo la nostra capacità di agire in situazioni che non sono sotto il nostro controllo.
Le persone, soprattutto quelle con alta autostima, tendono a considerare i propri aspetti positivi come più veritieri e importanti.
Bias osservato in giovani pazienti che tendono a sovrastimare il loro stato di salute e a pensare di non avere bisogno di farmaci o devices; in generale, è il pensare che la propria situazione sia migliore di quanto non è in realtà.
Pensiamo che i messaggi dei mass media (specialmente se di natura persuasiva) abbiano un impatto maggiore sugli altri rispetto che su noi stessi.
Pensiamo che la percezione della realtà sia esattamente veritiera così com'è, senza alcuna distorsione.
Nel momento in cui prendiamo una decisione ci basiamo eccessivamente sulle nostre convinzioni.
Ci basiamo eccessivamente sulla nostra opinione personale e teniamo difficilmente in conto i punti di vista altrui.
Pensiamo che le nostre idee riscuotano più consesno e siano più condivisibili di quanto in realtà non siano.
Tendenza a sottostimare le conseguenze negative di una decisione presa.
Tendiamo a sovrastimare le nostre capacità e a godere di un'eccessiva fiducia nei nostri confronti e nelle nostre abilità.
Riponiamo più fiducia del dovuto in macchinari e processi automatizzati.
Tendiamo a considerare le idee giunte dall'esterno del nostro gruppo o organizzazione come meno valide a prescindere.
Sovrastimiamo la nostra preparazione in campi dove abbiamo una conoscenza solo superficiale.
Pensiamo che un'emozione che proveremo in futuro avrà una durata più lunga e un'intensità maggiore.
Una volta che possediamo una conoscenza, tendiamo a pensarla come basilare e a conoscenza di tutti.
Tendiamo a immaginarci al centro dell'attenzione più di quanto in realtà non siamo.
Illusione che ci porta a considerarci superiori e più dotati degli altri.
La tendenza a pensare che le nostre caratteristiche siano uniche, quando in realtà sono più comuni di quanto pensiamo.
Tendiamo a condividere, online od offline, soprattutto aspetti positivi della nostra vita quotidiana, tralasciando quelli negativi o che ci metterebbero in cattiva luce.
Tendiamo ad avere eccessiva fiducia nelle nostre valutazioni, anche quando esse sono sbagliate.
Tendiamo a sovrastimare la nostra abilità di fare previsioni accurate e attendibili.
Tendiamo a sovrastimare l'attrazione sessuale che le altre persone nutrono verso di noi.
La tendenza a preferire l'azione piuttosto che l'inazione a prescindere dalla sua utilità.
Non ci rendiamo conto di subire gli effetti dei nostri stessi bias.
Tendiamo a essere competitivi e provare emozioni negative verso chi sentiamo più dotato di noi in qualche ambito.
Tendiamo a sopravvalutare la nostra capacità di resistere a tentazioni e istinti.
Tendenza a percepire le proprie performance come inferiori della media o inadeguate.
Sovrastimiamo la durata e l'intensità delle nostre reazioni emotive.
Tendiamo a pensare di conoscere gli altri meglio di quanto loro possano conoscere noi.
Crediamo di avere una sorta di giustificazione a comportarci male in un'occasione in virtù delle volte in cui abbiamo avuto un comportamento corretto.
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