L’efficacia di scadenze auto-imposte contro la procrastinazione

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Saper esercitare un buon auto-controllo è un’abilità che pochi possiedono, tanto meno padroneggiare. I problemi nell’auto-controllo si verificano quando le persone sperimentano preferenze diverse, discordanti, in tempi o contesti differenti. Ad esempio, se si è a dieta, prima di andare al ristorante si deciderà di evitare il dessert. Ma, al momento dell’ordine, si sceglie di cedere alla tentazione, per poi sentirsene in colpa più tardi. Quindi, se prima e dopo la cena la decisione sarebbe stata la stessa, si è sperimentato un altro tipo di preferenza davanti a un piacere a breve termine. Questo tipo di decisione è influenzata dal bias dello sconto iperbolico, secondo il quale dei premi immediati hanno un’influenza sproporzionata sulla decisione rispetto a ricompense a lungo termine.

Questo ragionamento è applicabile anche al tempo. Davanti a un lavoro da svolgere, la mole di energia e di tempo da impiegare può scoraggiare e indurre alla procrastinazione, che non è altro che un piacere immediato nel rimandare al futuro un’attività che non si ha voglia di compiere. Poi, quando la scadenza si avvicina, ci si rende conto dell’errore fatto, in quanto non ci sarà abbastanza tempo o energia per svolgere tutte le cose da fare. Per questo motivo, alcune persone si auto-impongono dei limiti o delle condizioni che incentivino a lavorare prima e meglio. Tornando all’esempio del ristorante, se si è a dieta, si tenderà a scegliere un locale che presenti un menù meno invitante. O, se si è un fumatore, si compra un pacchetto più piccolo per ridurre il consumo.

Due studi pilota

Due ricercatori, Dan Ariely e Klaus Wertenbroch, hanno voluto studiare se l’auto-imposizione di scadenze fosse un metodo efficace per combattere la procrastinazione. Hanno quindi condotto due studi pilota in una classe del Massachussets Institute of Technology, o MIT. L’esperimento consisteva nella produzione di tre brevi paper (studio 1) o un singolo breve paper (studio 2) nel corso di un semestre. Ogni studente aveva la possibilità di scegliere la data di consegna dei propri elaborati, ma queste date erano vincolanti e chi non le avesse rispettate sarebbe incorso in penalità sul voto finale.

Nel primo studio, la consegna media per tutti e tre i paper era di circa 21 giorni prima della fine del corso, con la scadenza dei rispettivi paper che corrispondeva in media a 33, 20 e 10 giorni. Questo indicava una tendenza ad auto-imporsi delle scadenze ben prima dell’ultimo giorno di corso, e distanziate nel tempo. Per escludere il distanziamento nel tempo come un fattore rilevante nell’auto-imposizione delle scadenze, nel secondo studio era necessario elaborare un singolo paper, quindi una singola attività. Eppure, la scadenza media che gli studenti si auto-imponevano corrispondeva a 42 giorni prima della fine del corso.

I problemi nell’auto-controllo si verificano quando le persone sperimentano preferenze diverse, discordanti, in tempi o contesti differenti.

Scelta o non scelta

Analizzata questa tendenza, i due ricercatori sono quindi andati a studiare se una scadenza imposta dall’esterno fosse più o meno efficace di una imposta dall’interno, in altre parole auto-imposta. Il mandato dell’esperimento era lo stesso del primo studio pilota, ovvero l’elaborazione di tre paper.Una classe di 99 studenti è stata divisa in due sezioni, indistinguibili dal punto di vista di performance accademica, ma che sono stati sottoposti a condizioni diverse.

La prima sezione aveva infatti tre scadenze fisse, imposte dall’esterno, distanziate il più possibile tra loro. La seconda invece aveva la possibilità di scegliere le proprie scadenze, che erano vincolanti e avrebbero portato a penalità nel caso non venissero rispettate. Inoltre, consegnare il proprio lavoro in anticipo non avrebbe garantito alcun tipo di feedback da parte del professore o vantaggio in termini di punteggio finale.

La scadenza più ovvia per la sezione che aveva possibilità di scelta, se gli studenti non avessero avuto alcun tipo di problema di auto-controllo, sarebbe consistita nel consegnare tutti e tre i paper nell’ultimo giorno di corso. Si avrebbe avuto più tempo per studiare l’argomento e più flessibilità per organizzare il lavoro. Eppure, anche in questo caso, gli studenti hanno scelto scadenze più strette: in media, 42 giorni dall’ultimo giorno di corso per il primo paper, 26 per il secondo e 10 per il terzo. Solo il 12% degli studenti ha scelto di consegnare tutti gli elaborati all’ultimo giorno. Quindi, pur rischiando la penalità nel non rispettare le scadenze, molti studenti hanno scelto di applicare questo meccanismo di auto-imposizione per limitare il loro desiderio di procrastinare.

Ma, sorprendentemente, la sezione senza possibilità di scelta ha realizzato in media un punteggio più alto della sezione che poteva auto-imporsi delle scadenze. Quindi, seppur gli studenti avessero applicato delle strategie per aumentare il proprio self-control, hanno realizzato comunque punteggi più bassi: auto-imporsi delle scadenze può aiutare nell’evitare la procrastinazione, ma spesso queste scadenze non sono fissate in modo ottimale. Solo quando le date scelte erano il più distanziate possibile, ovvero più simili a quelle della sezione senza possibilità di scelta, i punteggi risultavano simili tra le due sezioni.

Correzione di testi

Per studiare più a fondo la differenza tra scadenze imposte dall’interno o dall’esterno, Ariely e Wertenbroch hanno organizzato un altro esperimento. In questo caso, il mandato per i partecipanti era di correggere gli errori grammaticali e sintattici in tre testi prodotti da un generatore casuale. Ogni errore individuato sarebbe valso 1 centesimo in premio, mentre ogni giorno di ritardo dalla consegna consisteva in 1 dollaro di penalità.

In questo esperimento i partecipanti sono stati divisi in tre gruppi. Il primo aveva delle scadenze imposte dall’esterno e distanziate il più possibile tra di loro. Il secondo invece aveva un’unica scadenza alla fine dell’esperimento, che sarebbe durato 21 giorni, mentre il terzo gruppo avrebbe scelto in autonomia le proprie scadenze. Anche in questo caso, come nell’esperimento precedente, la performance migliore è stata quella di chi aveva scadenze fissate dall’esterno, seguita dal gruppo di partecipanti che poteva scegliere le proprie date di consegna. All’ultimo posto, invece, vi era il gruppo che aveva l’unica scadenza corrispondente alla fine dell’esperimento. Inoltre, sempre in quest’ordine, il tempo impiegato per svolgere questo lavoro andava decrescendo, dagli 84 minuti del gruppo con scadenze fissate dall’esterno ai 51 minuti del gruppo con scadenza alla fine dei 21 giorni.

I risultati di questi esperimenti hanno dimostrato come le persone a volte decidano di auto-imporsi delle scadenze anche incorrendo nel rischio di penalità. Se un decisore razionale, che non ha problemi di auto-controllo, sceglierebbe di consegnare il proprio lavoro nell’ultimo giorno, auto-imporsi delle scadenze è un comportamento ragionevole e strategico se si è consci della propria tendenza alla procrastinazione. Inoltre, se si ha l’accortezza di fissare le proprie scadenze in maniera ottimale, si otterranno gli stessi risultati di chi invece riceve scadenze dall’esterno.

Carlo Sordini

Fonti:

  1. Ariely D, Wertenbroch K. Procrastination, Deadlines, and Performance: Self-Control by Precommitment. Psychological Science. 2002;13(3):219-224. doi:10.1111/1467-9280.00441
  2. Ainslie, G. (1975). Specious reward: A behavioral theory of impulsiveness and impulse control. Psychological Bulletin, 82(4), 463–496. https://doi.org/10.1037/h0076860

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